venerdì 2 agosto 2013

Sarajevo-Koper


Bello vero, il viaggio? Sarebbe potuto esserlo senz'altro se non fosse stato per…


…l'Unione Europea

Per capire che cos'è l'Unione Europea prendete l'autobus (targato BiH, nota non trascurabile) che parte alle 15.15 da Sarajevo (Bosna i Hercegovina) e arriva a Koper (Slovenija) il giorno successivo verso le 5.
Il viaggio, in sé, potrebbe essere piacevolissimo, perché durante il giorno è possibile vedere molte delle bellezze naturali della Bosnia; parlare con i compagni di viaggio; osservare quello che fanno gli altri passeggeri; scattare anche delle foto, perché no.
Ma, c'è sempre un ma.... Tra Sarajevo e Koper, che un tempo facavano parte di un unico grande paese, la Jugoslavija, ci sono oramai due confini, quello tra BiH e Croazia e quello tra Croazia e Slovenia.
Tutti i passeggeri vengono svegliati nel cuore della notte, fatti scendere ad entrambi i confini (rispettivamente alle 10 di sera e alle 2.30 del mattino del giorno successivo), messi in fila, (fin qui vi ricorda qualcosa???) e sottoposti, uno ad uno, a controllo da parte della polizia di frontiera. Nessuno può salire sull'autobus finché i controlli non sono finiti.
La prima domanda che sorge spontanea è: perché far scendere tutti quanti, quando basterebbe che il poliziotto si alzasse dalla sedia e salisse i 5 gradini di autobus? Banale: perché solo nel suo ufficio il poliziotto di frontiera dispone degli strumenti supertecnologici per verificare che il documento corrisponda alla persona che ha davanti.
Domanda numero due: perché io, con carta d'identità italiana, non vengo degnata nemmeno di uno sguardo? Risposta altrettanto banale: perché io sono cittadina europea, a differenza della stragrande maggioranza degli altri passeggeri, cittadini della BiH (per lo più donne con bambini, signori e signore anziane, giovani manovali).
Terzo quesito: se l'autobus avesse avuto targa IT o FR o DE, in Slovenia o in Croazia, i suoi passeggeri avrebbero avuto questo trattamento "di favore", per usare un eufemismo? Non lo so, perché non ho mai fatto quest'esperienza, ma a giudicare dall'assenza di interesse per tutte le macchine targate IT, DE, FR e quant'altro, mi verrebbe da dire di no.
Ecco, questa è l'Unione Europea: una sorta di megalocomio dove tutti quelli che non portano il bollino blu vengono trattati un po' come animali: ripeto, per puntualizzare, svegliati e fatti scendere due volte durante la notte - per non parlare del controllo di polizia subito a bordo dell'autobus in Croazia... - controllati per filo e per segno, messi ad aspettare su un piazzale a bordo della strada (vedasi ultima foto del post precedente, scattata in barba alle telecamere che, probabilmente, non mi hanno cagata nemmeno stavolta per via del bollino blu europeo), fatti risalire sull'autobus.
Anche a Cuba i controlli sono rigorosi. Ci sono stata l'anno scorso e, quindi, parlo per esperienza diretta. Ma i controlli riguardano tutti, cittadini cubani compresi.
Resta quindi il quarto quesito: a proposito di quale parte del pianeta si parlava di regime, di mancanza di democrazia e via discorrendo? Io a questo quesito ho già risposto. Poi, fate voi.

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2 commenti:

  1. Erika, mi hai regalato emozioni e sensazioni fortissime, sia negative che positive. Ti devo ringraziare perchè a volte vedere e sentire da una carissima amica come te ciò che ci hanno raccontato i media, ha un prezzo diverso, un valore diverso, un vivere diverso. Sei stata magnifica, e quello che provi, qualsiasi tua sensazione, la tua fotografia l'ha trasmessa. Grazie di tutto cuore. Terry

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    1. Grazie a te Terry, per aver seguito il blog, averlo condiviso, avermi dato spunti di riflessione. Un abbraccio sperando di poterti vedere presto :-)

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